LE SCULTURE DI MARZIALE
recensione di “el codega”
“L’Europa sente ancora troppo il peso di una tradizione che la lega ed imprigiona dentro regole e segni che hanno lunghe radici. Tutto è mediato. Nei paesi sottosviluppati, invece la tradizione ha un senso diverso, viene dal di dentro e si traduce in gesto immediato”. A parlare è Alessandro Marziale, scultore giovane che dal 7 ottobre espone alla galleria “Graziussi” di Venezia. Una “vocazione” maturata attraverso viaggi e ricerche in Messico, Sudamerica ed Oriente, oltre che nello studio dei “maestri” dell’arte contemporanea (Burri e Fontana in testa) e nell’essenziale itinerario artistico in patria. A Venezia Marziale è venuto a presentare, fra le altre opere (quasi tutte sculture basate sulla dusione tra legno e ferro, seguiti attraverso i loro vari stadi di ‘sintesi’), una serie di 60 multipli in ottobe realizzati in edizione Giuliano Grqziussi. “Anche in questo caso la mia ricerca – ci dice Marziale – è volta a trovare una certa poetica negli oggetti, anche oggetti recuperati, che hanno già avuto una loro vita”.