Ero abituato a non vederlo per tanto tempo . Ancora oggi, nonostante siano passati 21 dalla sua scomparsa, mi aspetto di incontrarlo in qualche “bar malfamato” a dire la sua sulla qualunque.
I pensieri viaggiano dalle interminabili partite a carte con Flavia e Fosco ad Ansedonia, alle volte in cui, mentre per conto mio strimpellavo il pianoforte, veniva a sedersi accanto a me suonando il secondo pianoforte. All’ inizio suonava con me e piano piano prendeva, prepotentemente e a modo suo con le sue fantasie musicali, la scena (io smettevo). Non era ne un sopruso ne, tanto meno, una prepotenza ma un lasciarsi andare alle sue fantasie.
Ricordo quando dipinse i “fiumi” un momento di risate infinite nel cercare di capire come riconoscerli (qual’era il nilo , il missispi e. ? non c’ erano riferimenti (ovviamente)) . Mi stava gabbando come al solito o era serio ?
Essendo il più piccolo (11 anni di differenza) ho potuto apprezzare solo l’ultima parte della sua vita. Ho sempre riconosciuto quella sua eterna “follia” come una virtù’ dal valore impagabile. A lui capitavano le cose più incredibili. Una ruota che si staccava dalla macchina ad un semaforo, un barbone che si accasava in una sua mini usandola come bagno. Alessandro non aveva una vita normale. Aveva una vita eccezionale. Ogni cosa che gli capitava aveva un senso reale ma incredibile, diverso da un fato negativo di cui sembrava sempre essere vittima. Ma la cosa più esilarante era il suo racconto di quello che gli capitava. Credo che noi tutti ci eravamo abituati alle sue “avventure” ma scorrendole nella mia memoria ancora oggi mi trovo a sorridere ricordandole.